In questi ultimi mesi la mia e le vostre vite sono cambiate, in modo improvviso e inaspettato. Siamo attoniti e, se vogliamo, ancora disorientati, in balia di una scia che ancora ci trascinerà per chissà quanto.
In ambito professionale c’è stata una sorta di stop and go, e questa ripartenza si è trasformata in una svolta: si è finalmente visto il reale inizio del processo di “smartworkizzazione” (perdonerete il cacofonico neologismo) che può però aiutarci a pensare in modo positivo anche su altri fronti.
Volendo cogliere un lato positivo, intravedo una potenziale opportunità in questo stare a casa forzato, oserei (e spererei) dire irripetibile, un Digital Transformation Accelerator, che può finalmente permettere alle aziende di focalizzare l’attenzione sull’ottimizzazione di alcuni processi lavorativi che per moltissimi attori è troppo poco considerata.
Uno di questi riguarda l’e-procurement: nella mia esperienza ormai decennale in questo settore, posso affermare di aver trovato tante aziende che hanno sottovalutato ed ancora sottovalutano l’importanza di modernizzare non solo i processi di approvvigionamento, ma soprattutto di qualifica e gestione del fornitore
Le necessità di distanziamento fanno sì che in realtà le aziende ed i loro fornitori siano più vicini. I software di gestione degli approvvigionamenti sono uno strumento imprescindibile per l’ottimizzazione del lavoro, e permettono di comunicare in maniera più veloce ed efficace con gli uffici acquisti.
Una delle mie missioni è quella di comprendere i loro bisogni specifici, tradurli in processi adeguati, ottimizzati e semplificati per generare quel valore aggiunto che, applicato al software, permetta da subito di poter godere dei vantaggi che inizialmente non sono stati percepiti.
Confrontarsi quotidianamente con mercati differenti è una sfida avvincente e mai noiosa: dalla sanità privata al gambling; dal settore automotive all’energy passando per le telco, ogni realtà ha le sue peculiarità, nessuna è uguale all’altra, neanche nello stesso mercato, mi sento un po’ il traghettatore degli uffici acquisti verso la tanto agognata trasformazione digitale.
Per far questo, però, le aziende devono essere convinte e predisposte, avere idee chiare, sentirsi attivamente coinvolte in questo importante processo di cambiamento. Ho incontrato anche tante aziende che hanno visto con disappunto l’idea di destinare budget all’ottimizzazione dei processi d’acquisto, un costo nel costo, niente di più sbagliato!
Oggi più che mai tali realtà sono destinate a comprendere l’importanza strategica di questo costo, che in poco tempo si trasformerà in guadagno.
Ancora oggi l’ufficio acquisti viene quasi visto come entità esterna, di conseguenza esistono ancora rimostranze da parte delle aziende, soprattutto di piccola e media entità, ad investire in questo settore.
Per questo motivo uno dei miei obiettivi è quello di diffondere il verbo dell’e-procurement, nella fondata speranza che si propaghi come un virus benevolo, che aiuti finalmente a spendere meno ma soprattutto meglio.
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